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RICORDANDO BRUNO OLLIVIER

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In questi post ho riportato il volumetto pubblicato da mio padre due anni prima della sua prematura scomparsa. Non voleva avere nessun valore letterario, papà Bruno voleva solo cercare di far conoscere alcuni suoi sentimenti, che talvolta è così difficile confidare anche a chi ti è più vicino. Anche se è passato più di mezzo secolo, per noi famiglia Ollivier di Trieste, resta immutato il nostro affettuoso ricordo del suo percorso di vita, purtroppo troppo presto stroncata.
Il titolo è "Pensieri e racconti" e questa è la sua dedica: " Ringrazio te, mio pensiero, di non aspirare d'esser un attore. Sono grato alla mia coscienza che mi fa capire d'essere solo una comparsa ".
Il senso del volumetto è ben descritto nella presentazione al libro fatta a suo tempo dal prof. Tullio Bressan:
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Quando conobbi, tempo fa, Bruno Ollivier nelle funzioni della sua opera artigianale direttiva, mi stupii di trovarmi di fronte ad un uomo di così acuta sensibilità e di carattere così aperto verso tutti i problemi più profondi della nostra vita sociale.
Successivamente la sua filosofia mi si rivelò nelle sue meditazioni letterarie, alle quali mi invitò di stendere la presente prefazione, con cui mi riconobbi di fare opera veramente meritoria.
Nessuna ambizione insidiò la mano di Bruno Ollivier, nessuna velleità lo spinse a glorie e ad applausi, ma un'intima necessità di liberarsi da alcune catene, di rivelarsi a se stesso in tutta la sua personalità umile, ma profondamente umana.
Bruno Ollivier volle scrivere questi "Pensieri e racconti" per se stesso, per i suoi cari, per i suoi amici, spinto da un proposito morale, da una concezione etica della vita che, se alle volte sfiora la liricità, sempre è impegnata e sincera.
La presente opera è una confessione, è uno sfogo, è una stesura letteraria abbozzata in un tempo brevissimo, ma che ha avuto una gestazione lunghissima, e che è sgorgata dalla dura esperienza di un uomo, giorno per giorno, ora per ora.
Il cortese lettore, che si accinge a sfogliare queste pagine, amico o estraneo che sia, rifletta sui pensieri che incontra, sugli ideali di fraternità, di pace, di comprensione sociale, di autocritica, di umiltà, e scorgerà anche nel fondo del più acerbo pessimismo quasi sempre accesa una fiammella di speranza e di fede. Così nei pensieri, e così nei racconti più impegnativi, anche più scorrevoli, ove alle volte è tracciata una vicenda reale, un avvenimento storico, un incontro fugace, ma rimasto inciso nell'anima dell'Autore; c'è una grande sete di bene e di amore che commuove e convince.
Però c'è un'altra ragione che mi indusse ad accettare di stendere questa presentazione. E' l'esempio, l'insegnamento, l'ammonimento, che può offrire l'opera letteraria di Bruno Ollivier, autodidatta, che dal mosaico delle sue piastrelle, salì al mosaico del suo pensiero, dall'opera pur nobile ma materiale, alla creazione spirituale, all'impegno sociale e morale, alla letteratura, alla cultura in genere, un esempio da mettere in assoluta evidenza. Per cui l'opera, anche se non raggiungesse nè pregi letterari nè valori artistici, sarebbe sufficiente da porsi all'ammirazione e al plauso sincero di ogni sorta di lettori.
Vada, dunque, all'Autore il nostro più sincero augurio e le nostre più vive felicitazioni per questo slancio di fede e per questo atto di coraggio.
Trieste, 1 ottobre 1968.
Tullio Bressan
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